Si conferma in Italia, specie al Nord, il trend di crescita del teleriscaldamento e del teleraffrescamento, in termini di volumetria allacciata ed estensione delle reti. È quanto emerge dalla Relazione annuale di Arera nel capitolo dedicato a questo argomento.
La diffusione del servizio rimane concentrata principalmente nell’Italia settentrionale e centrale: Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Veneto rappresentano, da sole, oltre il 95% dell’energia termica erogata. Dall’analisi dei siti internet degli operatori di maggiori dimensioni (i più rappresentativi del mercato, se si considerano i volumi erogati) è emerso che, nell’ultimo trimestre del 2019, il prezzo netto (IVA e credito di imposta esclusi) per un utente condominiale di tipo domestico era compreso tra circa 82 e 92 €/MWh.
Al riguardo, va comunque evidenziato che le caratteristiche dei sistemi di telecalore (in particolare la tipologia di fonti energetiche utilizzate e il livello di densità termica dell’utenza) possono comportare significative variazioni del costo di erogazione del servizio e che, pertanto, tale
intervallo di prezzo non può costituire un riferimento per tutte le realtà del settore. Nel 2019 sono proseguite le attività di definizione del quadro regolatorio del servizio di teleriscaldamento e teleraffrescamento che, nonostante la recente attribuzione del settore all’Autorità, risulta quasi completato. Le attività si sono concentrate sui seguenti temi: esercizio del diritto di recesso; obblighi di trasparenza dei gestori, incluso il monitoraggio dei prezzi; regolazione della qualità commerciale e tecnica, quest’ultima in particolare riferita a sicurezza e continuità del servizio; regolazione del servizio di misura.
A cura di www.e-gazette.it